sabato 28 giugno 2014

Proposta di riconversione e rilancio dell’Ospedale “Padre Pio” di Bracciano


A seguito dell’incontro tenutosi in data 16/06/2014 presso gli uffici della Cabina di Regia SSR della Regione, abbiamo formulato , come da accordi, una possibile proposta di riconversione e rilancio dell’Ospedale Padre Pio, alternativa a quella riconversione (praticamente chiusura) che  ci è stata presentato nella riunione suddetta e contenuta nella proposta inserita nei Programmi Operativi 2013/2015.

Senza voler aprire nessuna polemica, abbiamo formulato una proposta  in perfetta sintonia con i principi enunciati sul sito della Regione Lazio nella rassegna stampa del 6/12/2013 quando si affermava che con la presentazione dei Programmi Operativi 2013/2015 sarebbe stata fornita una risposta organica allo squilibrio dell’offerta sanitaria tra il centro e la periferia, alla fragilità della sanità del territorio e alla crescente precarizzazione del lavoro”.

Si parlava del “superamento delle macroaree che hanno fortemente penalizzato le province, del calcolo della dotazione dei posti letto da effettuare distinguendo tra Roma Città e le singole province sulla base dei fabbisogni e del rispetto dei livelli essenziali di assistenza”, specificando che “la riduzione complessiva dei posti letto necessaria per rientrare nel parametro nazionale di 3 posti letto per mille abitanti e per raggiungere gli obiettivi del piano di rientro, si sarebbe fondata su criteri selettivi e non su tagli lineari e si sarebbe basata esclusivamente sui posti letto scarsamente o per nulla utilizzati".
 
La conclusione di quel comunicato terminava affermando che “ i provvedimenti contenuti nei Piani Operativi sono la condizione indispensabile per tagliare i costi, ridurre il tasso di ospedalizzazione inappropriata e garantire ai cittadini una sanità più giusta ed efficiente”.

Possiamo assolutamente affermare che eravamo allora in linea con quei principi e lo siamo ancor più oggi, dopo la notizia (allora non conosciuta ma sperata) che la Regione Lazio potrà contare su circa 400 milioni di euro in più all’anno di  maggiori risorse rispetto a quanto previsto, dopo che le verifiche fatte dai Comuni hanno determinato che nel Lazio vivono 300 mila cittadini in più rispetto alle precedenti rilevazioni Istat.
E questa notizia non è sicuramente bella ed importante solo per la Regione Lazio, ma anche per i territori delle province in quanto, se è vero che ci sono più disponibilità per la sanità laziale, è altrettanto vero che quelle risorse dovrebbero essere impegnate in parte per riequilibrare il numero dei posti letto prioritariamente negli ospedali di  provincia, dove la popolazione è fortemente cresciuta e i posti letto per acuti anziché aumentare, diminuiscono o peggio scompaiono.
 
Riteniamo pertanto che si dovrà prioritariamente intervenire,  per mantenere o meglio implementare  quel rapporto di 3 posti letto per mille abitanti, laddove questo fosse deficitario o molto  deficitario come nella ASL RMF di Civitavecchia dove, evitando la chiusura dell’Ospedale Padre Pio di Bracciano, il rapporto obbligatorio di 3 posti letto per mille abitanti è invero allo 0,9  e con la chiusura del nosocomio andrebbe allo 0,5 per mille abitanti.

In conclusione la proposta che abbiamo voluto riaffermare vuole riequilibrare l’offerta sanitaria nel territorio della Asl RMF e “suggerire” il mantenimento in piena efficienza e anzi, in modo ardito, proporre il rilancio dell’Ospedale “Padre Pio”, per garantire  i principi fondanti dei Programmi Operativi della Sanità e conseguentemente  uscire dal commissariamento. Pertanto si propone:


  • Portare il nosocomio di Bracciano a n. 80 posti letto ordinari dei quali n. 60 per acuti nelle tre specialità richieste di medicina generale, chirurgia e ortopedia e n. 20 posti letto post acuzie, inserendo n. 8 posti letto di day hospital, n.2 posti letto di terapia sub intensiva post-operatoria e n. 2 posti letto di osservazione breve.
Il risultato che si vuole determinare con quanto sopra evidenziato è quello di portare a 1 (uno)  il rapporto posti letto per mille abitanti nel territorio della Asl RMF, anche se ancora molto al di sotto dell’obbligatorio 3x1000 ab., con la duplice certezza di aver calcolato la dotazione di posti letto distinguendo Roma Città dalle singole province e con la consapevolezza che nel’Ospedale Padre Pio di Bracciano i letti per acuti hanno complessivamente una “occupazione” superiore al 97,50% e una degenza massima di giorni di ricovero inferiore o in linea con le prescrizioni stabilite. 
 

  • Trasferimento presso l’Ospedale “Padre Pio” di Bracciano di n. 4 medici già in carico della Asl RmF, dal PIT di Ladispoli al momento dell’apertura della Casa della Salute.
La proposta potrebbe anche prevedere come opzioni:
  • Un accordo con l’Azienda Ospedaliera S. Andrea per scambi di servizi.
  • L’inserimento dell’Ospedale “Padre Pio” di Bracciano tra le strutture previste nel protocollo di intesa Università La Sapienza e Regione Lazio, nella quale è possibile “strutturare” personale medico universitario ed eventualmente individuare UOC a direzione universitaria con il vantaggio di reperire le poche unità di personale medico qualificato necessarie per l’Ospedale di Bracciano, a costi ridottissimi. 
Quanto sopra proposto, qualora fosse recepito e condiviso, può  prevedere una sperimentazione di 3/5 anni nei quali verrebbero monitorati i risultati attesi e valutati gli effetti  sul territorio in termini di raggiungimento degli obiettivi fissati, delle  prestazioni rese, del mantenimento dei livelli essenziali di assistenza e della durata e dell’appropriatezza dei ricoveri.

Si dovrà  chiaramente prevedere il mantenimento dell’attuale budget previsto per il “Padre Pio” ovvero un piccolo aumento di risorse, se necessarie, per il miglior funzionamento dell’Ospedale , che sono certo sarà “compensato” da una ottima performance ricavi/costi conseguenza delle maggiori disponibilità di posti letto (vedi scheda allegata).

Sarà inoltre importante destinare una  percentuale di eventuali finanziamenti  per investimento, laddove previsti dalla Regione Lazio per la Asl RmF, da utilizzare per ristrutturazioni, attrezzature e manutenzioni.
 
Siamo convinti che quanto abbiamo proposto sarà approfondito e tenuto nella dovuta considerazione , con la consapevolezza  che per mantenere dignitosi livelli di assistenza sanitaria nel territorio nord della provincia di Roma, è necessario non solo riconvertire ma soprattutto rilanciare i nosocomi delle province che, con il mantenimento del Pronto Soccorso e dei posti letto per acuti riescono a fare filtro alle grandi difficoltà nelle quali si trovano gli ospedali romani causa sovraffolamento.

 
SCHEDA PROPOSTA DI RICONVERSIONE OSPEDALE PADRE PIO CON MACRO DATI DI CARATTERE ECONOMICO- FINANZIARIO RAPPORTATI A COSTI E RICAVI SECONDO LA SITUAZIONE ATTUALE , I PIANI OPERATIVI E LA NUOVA PROPOSTA FORMULATA.
POSTI LETTO
Situazione attuale
Piani Operativi Regionali
Proposta
 
 
 
 
Area Medica
32
20
20
Area Chirurgica
23
0
40
Post Acuzie
0
0
20
Terapia Sub Intensiva
2
0
2
Breve Osservazione
1
0
2
Day Hospital
8
10
8
 
64
30
92
 
 
 
 
COSTI
 
 
 
 
 
 
 
Personale (*)
13.875.000
12.675.000
14.700.000
Beni e Consumi (**)
1.434.000
1.250.000
1.550.000
Servizi
5.700.000
5.700.000
5.700.000
 
21.009.000
19.625.000
21.950.000
 
 
 
 
RICAVI
 
 
 
 
 
 
 
Ricoveri Ordinari
5.900.000
2.600.000
10.000.000
Ricoveri Day Hospital
468.000
600.000
500.000
Emergenza
2.246.782
2.000.000
2.400.000
Prestazioni Ambulatori
2.900.000
3.000.000
3.000.000
 
11.514.782
8.200.000
15.900.000
 
 
 
 
RICAVI/COSTI
55%
42%
72%
 
 
 
 
(*) 2012
 
 
 
(**) Da verificare
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 

 

sabato 7 giugno 2014

Una nuova fase nel rapporto Amministrazione Centrale e Autorità territoriali ? E' auspicabile.


 
In questa lunga esperienza di amministratore locale come Sindaco di Bracciano , ho visto passare molti Presidenti del Consiglio,  ma questa è sicuramente la prima volta che ricevo  direttamente da un  Premier  tre comunicazioni in 90 giorni di governo, attraverso  le quali i Sindaci vengono direttamente coinvolti in scelte importanti per il rilancio del paese, ricevendo  anche una attenzione importante come figure istituzionali che quotidianamente sono in prima linea nell'affrontare i problemi dei cittadini. La crescente burocrazia e la volontà di mantenere acquisiti privilegi  sono ancora oggi gli  ostacoli che i pubblici amministratori incontrano, un blocco granitico insuperabile che inibisce la possibilità di sfruttare le potenzialità esistenti nelle nostre città e nei nostri territori, a partire dalle piccole iniziative quotidiane.
Ecco allora che il Presidente del Consiglio "sindaco" Matteo Renzi stimola i Sindaci italiani a partecipare, attraverso proposte e segnalazioni, a dare un nuovo impulso all'azione amminsitrativa locale, spesso vessata da enti sovracomunali di riferimento. L'iniziativa si chiama "Sblocca Italia", che può diventare un pacchetto di "misure che sostenga il superamento di ritardi o inconcludenze delle Pubbliche Amministrazioni".
Entro il giorno stabilito, invierò la risposta al Presidente del Consiglio, fiducioso in un intervento che possa "sboccare" alcune situazione conflittuali, il superamento delle quali potrebbe dare nuovo impulso allo sviluppo economico e occupazionale di Bracciano.
Quella sotto riportata è la lettera che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha inviato ai Sindaci Italiani, attraverso Piero Fassino, Presidente dell'Associazione Nazionale Comuni d'Italia.
 

"Caro Sindaco,

l'Italia riparte. I segnali di fiducia che arrivano dalla determinazione dei cittadini, da vari settori dell'economia e dai mercati internazionali, tuttavia, non bastano. Possiamo e dobbiamo fare di più.

Per questo il Governo ha deciso di accelerare il percorso di riforme costituzionali e istituzionali, riforme che spaziano dalla legge elettorale alla revisione del titolo V, dalla pubblica amministrazione fino al mercato del lavoro, dalla giustizia al fisco, dall'agricoltura al terzo settore.

Ma nessuna riforma sarà credibile se non diamo per primi noi il segnale che la musica è cambiata davvero.

Per questo giudico prioritario che il Governo adotti tutte le misure necessarie a sbloccare i procedimenti e i cantieri che sono fermi da anni, per ritardi o inconcludenze di settori diversi della Pubblica Amministrazione.

Sono stato Sindaco anche io. E come voi ricordo le polemiche: quanti cantieri abbiamo bloccato per la mancanza di un parere, per un diniego incomprensibile di una sovrintendenza, per le lungaggini procedurali. Quante volte siamo stati costretti a rinunciare a un investimento magari di capitali stranieri, certo innamorati dell'Italia, ma preoccupati del complicato sistema amministrativo del nostro paese.

Nel giorno della Festa della Repubblica scrivo ai sindaci da Palazzo Chigi per chiedere uno sforzo comune. Individuate una caserma bloccata, un immobile abbandonato, un cantiere fermo, un procedimento amministrativo da accelerare. Segnalatecelo entro il 15 giugno all'indirizzo matteo@governo.it.  Sarà nostra cura verificarne lo stato d'attuazione con gli uffici dedicati e – se del caso – procedere all'interno di un pacchetto di misure denominato “Sblocca Italia”. La necessità e l'urgenza di provvedere subito alla ripartenza dei cantieri e alla definizione delle procedure è sotto gli occhi di tutti.

Come abbiamo fatto per la scuola, anche per questi interventi cercheremo di essere il più tempestivi possibili. Dimostrando una volta di più che il rapporto tra Amministrazione Centrale e Autorità territoriali può davvero entrare in una fase nuova.

Conto sull'aiuto dei Sindaci, insomma. E invio un abbraccio doppio ai sindaci appena eletti. Vi attende un lavoro impegnativo ma carico di gioia e responsabilità: essere l'anima della propria comunità non è facile, ma è una strepitosa occasione.

In bocca al lupo a tutti noi".

Matteo Renzi