A cura di Graziarosa Villani.
Presentazione
In politica già da
giovanissimo nelle fila del Pci, varie esperienze di consigliere comunale sui
banchi dell’opposizione, poi primo cittadino, un intermezzo come consigliere
alla Provincia di Roma. A 61 anni, Giuliano Sala, esponente del Partito
Democratico, eletto con la lista Unione Democratica per Bracciano, è al
suo quarto mandato di Sindaco, un ruolo sempre più difficile che alterna
a quello di agente assicurativo.
Con 20mila abitanti circa Bracciano, che si affaccia sull’omonimo lago, è uno di quei tipici Comuni dell’hinterland di Roma che della capitale subiscono le influenze. Caratterizzata da un forte incremento demografico, la cittadina, già cittadella militare per la presenza della Scuola di Artiglieria e non solo, stenta a ritrovare una propria specifica identità anche se si guarda sempre con più convinzione al turismo e alla valorizzazione del patrimonio storico artistico. Inserita nel Parco di Bracciano-Martignano la cittadina oggi si sviluppa attorno a due nuclei, il centro abitato sovrastato dall’imponente castello Orsini-Odescalchi, noto a livello mondiale, e Bracciano Nuova, quartiere nel quale di anno in anno si cerca di colmare il gap di servizi.
Con 20mila abitanti circa Bracciano, che si affaccia sull’omonimo lago, è uno di quei tipici Comuni dell’hinterland di Roma che della capitale subiscono le influenze. Caratterizzata da un forte incremento demografico, la cittadina, già cittadella militare per la presenza della Scuola di Artiglieria e non solo, stenta a ritrovare una propria specifica identità anche se si guarda sempre con più convinzione al turismo e alla valorizzazione del patrimonio storico artistico. Inserita nel Parco di Bracciano-Martignano la cittadina oggi si sviluppa attorno a due nuclei, il centro abitato sovrastato dall’imponente castello Orsini-Odescalchi, noto a livello mondiale, e Bracciano Nuova, quartiere nel quale di anno in anno si cerca di colmare il gap di servizi.
Comune ricco di storia,
Bracciano oggi chiede un miglioramento dei trasporti ferroviari con la
capitale, tra cui il raddoppio dei binari lungo la fl3 Roma –Viterbo, un
intervento atteso dal Giubileo e che invece si è fermato a Cesano, al confine
con la capitale. Grande l’apporto al sistema idrico di Roma che, con l’acquedotto
d’emergenza del lago di Bracciano, permette alla multiutility Acea di attingere
acqua dal bacino lacustre. Per molti comuni dell’area Flaminia-Tiberina
Bracciano è soprattutto Cupinoro, la discarica chiusa, in attesa delle previste
autorizzazioni regionali, dal 31 gennaio scorso.
Si parlava un tempo di
autonomia impositiva dei Comuni. Ma dall’Ici all’Imu o alla Tasi odierna il
passaggio non è stato indolore. I Comuni sono oggi costretti a fare cassa
vessando i propri cittadini per garantire i servizi essenziali. Perché, a suo
avviso, è fallito il federalismo fiscale e cosa propone per una fiscalità più a
misura dei comuni?
Ritengo che la criticità
che non ha permesso al federalismo fiscale di decollare, sia dipeso soprattutto
dal fatto che gli amministratori locali hanno avuto una falsa aspettativa
sulla vera essenza del federalismo: per anni gruppi politici di tutte le
appartenenze hanno spacciato annunci e piccolissime azioni con il nome di
federalismo fiscale. In realtà le amministrazioni locali sono state lasciate in
balia di una grande incertezza sia per quanto l’applicazione della capacità
impositiva, sia per ciò che attiene la realizzazione di una vera e seria
autonomia tributaria. Norme che si sono e che si accavallano, una incapacità dei
vari governi di fare scelte ferme e durature (vedi l’applicazione dell’Ici in
via definitiva e certa), il continuo cambiamento del nome dei tributi che ci
trascinano in un immaginario apocalittico ( tarsu, tasi tares, tari, ici, imu,
iuc e così via). Il risultato di questa incertezza reca il ritardo nella
approvazione della legge di stabilità dei governi, con il conseguente
spostamento delle date di approvazione dei bilanci di previsione degli enti
locali (per l’approvazione del bilancio di previsione dell’anno 2013, i comuni
avevano tempo sino al 30/11!) e l’affollamento per i cittadini di tante
cartelle tributarie sempre più difficili da onorare.
Non c’è bilancio
comunale che non preveda fondi per la riqualificazione e la messa in sicurezza
delle scuole. Cosa è che richiede questo continuo stanziamento di risorse?
Prima di tutto, anche
qui, la continua modificazione di adempimenti normativi oltre alla normale
attenzione che si deve alla sicurezza in ambienti cosiddetti sensibili, luoghi
frequentati da bambini o adolescenti.
I Comuni sono spesso
anche dei centri di cultura, sostengono l’associazionismo locale, organizzano
manifestazione ed eventi. Cosa significa continuare a fare cultura in presenza
di continui tagli da parte degli enti sovraordinati?
Significa che oltre alla
quotidiana sofferenza materiale che ormai coinvolge tantissime famiglie
per vari motivi, primo tra tutti la mancanza di una occupazione stabile,
non ci è permesso abdicare anche sui temi culturali e di realizzazione di
eventi. La mancanza di risorse ci porta a qualificare le manifestazioni e gli
eventi , riducendone il numero.
In Parlamento si discute
sulle riforme istituzionali, dall’abolizione delle Province alla istituzione
delle Città Metropolitane, alla revisione dell’attuale titolo V della
Costituzione por una diversa redistribuzione delle competenze Stato-Regioni.
Come vede lei queste novità?
Questa novità la vedo da
troppo tempo come un annuncio e mai come una realizzazione. Basti pensare che
oggi, in riferimento alla abolizione delle province, l’unica provincia che
effettivamente è stata abrogata è quella di Roma, della capitale, la più
importante che non ha da più di un anno gli organi istituzionali eletti, ma di
fatto viene governata attraverso un commissario e dei sub commissari
prefettizi, avendo oltretutto mantenuto personale, sedi e tutte le attività
istituzionali che gli erano demandate. Doveva essere sostituita dall’area
metropolitana, ma la vedo dura e molto lontana la conclusione. Il nostro paese
soffre fortemente di burocrazia, di enti e lobby di interessi che franano tutte
le decisioni e di una incapacità decisionale delle classi dirigenti che, se non
cambiamo approccio culturale, la vedo una battaglia perso. Spero di sbagliarmi.
Si parte dalle modifiche già condivise: se si pensa che le province siano degli
enti inutili, si eliminino davvero, in fretta e senza indugio. Se davvero si è
convinti che il bicameralismo parlamentare sia superato, si attui in pieno
questa convinzione e si parta con la riforma costituzionale ed istituzionale
trasformando il Senato nella Camera delle autonomie. Non è importante, secondo
me, se i deputati debbano essere 1.000 o 300: è importante che producano lavoro
istituzionale, facciano riforme, pensino in generale al popolo che li ha eletti
e facciano un esame di coscienza per chiedersi quale possa essere il modo
per ricucire un rapporto fiduciario tra classe politica e cittadini.
Basta annunci, ci vogliono fatti.
Quali dovrebbe essere
dal suo punto di vista il rapporto tra Comuni e Stato centrale?
La comunità locali
ritengo che non possano più essere rappresentate solamente dall’Associazione
nazionale comuni italiani, ma debbono avere rappresentanza diretta
all’interno, appunto, del Senato delle autonomie, dove la presenza dei
rappresentanti delle regioni, delle province (fintanto che esisteranno) e dei
comuni possano dire la loro nell’attuazione di norme e regolamenti che li
riguardano e soprattutto nell’applicazione di tassazioni e tributi che
impattano direttamente con i cittadini amministrati, con i quali soprattutto i
sindaci hanno un rapporto diretto. Altrimenti abbiamo fatto carta straccia del
tanto decantato principio della sussidiarietà.
La gestione dei rifiuti
è per i Comuni una nota dolente. Basandosi sulla sua esperienza quali
indicazioni darebbe per il miglioramento del ciclo dei rifiuti?
Scegliere una strada,
senza demagogia e senza ideologia, qualunque si ritenga possa essere la più
corretta nella gestione virtuosa della filiera dei rifiuti, si stabilisca chi
decide l’applicazione del percorso e si percorra con fermezza e senza indugio
quella via. Il presupposto basilare è comunque quello di obbligare tutte le
comunità ad applicare una raccolta differenziata spinta.
L’Italia si fa sempre
più povera, i sindaci sono in prima linea. Come agire per tamponare i problemi
dell’emergenza sociale in atto?
Azione forte nella lotta
alla disoccupazione, sostegno economico ai comuni per aiutare chi veramente non
ce la fa più, da utilizzare come un temporaneo reddito garantito,
finanziamento agli enti locali di risorse da destinare all’emergenza abitativa
e al sostegno per il pagamento degli affitti che direi dovrebbero essere
calmierati a ribasso con una immediata azione legislativa. Purtroppo i tagli
orizzontali ai comuni, anziché aiutare le comunità, ci obbligano a tagliare
laddove oggi, al contrario, si dovrebbe aumentare la spesa sociale.
Ogni Comune ospita
cittadini di origine straniera. C’è chi è a favore del riconoscimento dello ius
soli. Pensa si possa arrivare ad una reale integrazione interculturale?
Noi a Bracciano abbiamo
già attuato una iniziativa importante a riguardo, riconoscendo simbolicamente
la cittadinanza italiana a tutti i bambini figli di stranieri, nati in Italia.
Una discussione definitiva e risolutiva sullo ius soli non è più rinviabile, se
vogliamo mantenere il novero di Paese civile ed avanzato nei fatti e non a
parole. La forte presenza di cittadini comunitari e stranieri è una realtà che
quotidianamente ci impatta. Gli amici o il compagno di banco dei nostri figli,
spesso sono stranieri, ma solo nel documento, perché sono nato in Italia,
parlano italiano e spesso non la lingua dei genitori. Anzi spesso parlano il
dialetto della comunità locale dove sono nati e vivono, hanno
recepito usi e costumi del nostro popolo: l’integrazione interculturale è ormai
nelle cose e solo coloro che sono animati da forte senso ideologico o che
semplificano il problema , non riescono a vederla.
Il Federalismo demaniale
sta portando alcuni risultati. Alcuni beni immobili statali oggi inutilizzato
stanno per essere trasferiti ai patrimoni dei Comuni che ne hanno fatto
richiesta. Cosa accade nel suo Comune?
Noi abbiamo fatto una
richiesta tendente ad ottenere i circa 5 ettari dove insisteva la Polveriera
a Via Santa Lucia dove si accede per l’ecocentro comunale e la parte
posteriore (con accesso dalla porta carraia adiacente al Ponte della Ferrovia)
della Caserma Cosenz. Compresi i fabbricati che sono adibiti a deposito.
Potrebbe essere la volta buona per “entrare”, seppur parzialmente, in possesso
della Caserma Cosenz.
L’articolo 32 della
costituzione che garantisce il diritto alla salute ai cittadini in molte realtà
territoriali è svilito dalla carenza di servizi. Quale dovrebbe essere secondo
lei il modello di sanità da mettere in atto.
Tema complicato e
delicato. Nel nostro caso, riteniamo che quella del mantenimento e del rilancio
dell’ospedale Padre Pio, sia la principale garanzia da consegnare alla nostra
comunità. D’altronde abbiamo lottato con grande tenacia, in tutte le sedi per
finalizzare questa risultato. Quindi un Padre Pio che abbia il suo Pronto
Soccorso 24 ore su 24 ore e il mantenimento del riconoscimento di Ospedale di
Pronto soccorso e non ospedale distrettuale di tipo C, come voleva il Decreto
80 voluto dall’allora Commissario alla Sanità Polverini. Un ospedale che abbia
i reparti di chirurgia, medicina e ortopedia. E, partendo dai detti
reparti, integrato dal reparto di dialisi, dagli ambulatori e dai servizi
di radiologia e laboratorio di analisi; sarà necessario, inoltre,
formulare una proposta da condividere con la dirigenza e con la Regione
Lazio, che possa rilanciare al meglio il nosocomio, per finalizzare delle
convenzioni con l’Università la Sapienza che possa dare una specifica
eccellenza sanitaria.
Nei comuni spesso la
battaglia amministrativa vede scendere in campo liste civiche. Quale resta il
ruolo dei partiti tradizionali per il governo dei Comuni?
Il ruolo dei partiti
tradizionali nella composizione delle liste nella competizione amministrativa è
importantissimo. E lo sarà ancora di più nel 2017 a Bracciano, allorquando si
voterà con il doppio turno, con liste collegate ai candidati sindaci e con il
sistema che prevede il cosiddetto voto disgiunto. Con quel sistema il ruolo dei
partiti sarà fondamentale perché solamente i candidati che partiranno con uno
zoccolo duro elettorale, potranno puntare ad avere delle reali chances di
vittoria.
Dovrebbero essere al
momento 15 le Città Metropolitane previste dal disegno di legge in discussione
al Senato. Come vede questo nuovo ente territoriale?
Lo vedo come uno
strumento necessario , soprattutto in questo momento dove registriamo un vuoto
istituzionale dovuto alla preoccupazione degli amministratori provinciali che
ancora non conoscono quale sarà ,in via definitiva, il ruolo di questi enti di
coordinamento e soprattutto sarà importantissimo accelerare sulla Città
Metropolitana che sostituisca la Provincia a Roma che, come anzidetto, si trova
in una situazione che sfiora il ridicolo: cancellazione, di fatto, degli organi
elettivi della Provincia di Roma, mantenimento dell’ente che viene governato da
commissari prefettizi e mancata realizzazione e funzionalità della Città
Metropolitana. Un vulnus istituzionale da risolvere in fretta.
I Comuni e l’Europa.
Quali sono le difficoltà dei Comuni a redigere progetti in grado di attrarre
fondi europei sul territorio?
Innanzi tutto le
difficoltà derivanti dalla mancanza di un ente o istituzione che possa
supportare i comuni a presentare proposte di finanziamento che risultano essere
molto complicate e rigide nel percorso attuativo, come quelle delle
richieste dei fondi europei. Quando al contrario si può contare su un ente di
sostegno e supporto delle azioni di richiesta di finanziamenti europei , come,
ad esempio, nel caso del GAL Tuscia Romana che è un gruppo responsabile di
supporto all’attuazione del Piano di Sviluppo Locale dei comuni del
comprensorio, allora è palmare come si riesca ad attrarre risorse europee a
benefici sia dei comuni che dei privati che vi possono accedere. L’anno scorso
il Gal Tuscia Romana ha permesso ai comuni che ne fanno parte, tra i quali
Bracciano, di attrarre e distribuire nel territorio risorse europee per oltre
6.000.000 di euro, risultando il primo GAL della Regione Lazio. Come si può vedere,
quando i comuni lavorano insieme e si coordinano e sono coordinati, anche noi
riusciamo ad esprimere una eccellenza.
Tra le novità anche le
Unione dei Comuni. E’ favorevole o contrario?
In moltissimi casi è una
assoluta necessità, derivante dal fatto che su molti servizi di area vasta,
quali i trasporti locali, i rifiuti, lo sviluppo turistico, la gestione delle
risorse idriche e ambientali, si sente la necessità di lavorare insieme, per
meglio superare le difficoltà della scarsezza di specifiche professionalità
all’interno dei piccoli comuni e della scarsezza di risorse economiche.
Chiaramente questo non deve inficiare le specifiche caratteristiche dei singoli
territori, ma l’unione dei comuni deve al contrario lavorare per valorizzarne
al meglio le positività.
Destra o sinistra. Sono
categorie che hanno ancora senso?
Destra e sinistra hanno
non solo senso, ma in un momento nel quale vediamo una politica che tende al
populismo, lo hanno ancora di più. La eccessiva semplificazione del ruolo della
politica, il voler superare con troppa virulenza gli ideali propri dei
partiti tradizionali e la eccessiva personalizzazione che in questi ultimi anni
si è fatto del ruolo dei partiti e della politica stessa, non più considerata
come elemento nobile della ricerca del consenso, ha portato ad una grande crisi
dello sviluppo democratico e civile dell’Italia. Penso di non poter essere
smentito se dico che con l’esclusione del Partito Democratico, nel panorama
politico italiano, sia a destra che a sinistra, non abbiamo più avuto un
partito che non avesse nel proprio simbolo, il riconoscimento personalistico di
chi lo guidava o lo guida: Pdl Berlusconi Presidente (praticamente sciolto in
Forza Italia e Ncd), Idv Di Pietro (praticamente scomparso), Sel Vendola, Udc
Casini, Scelta Civica con Monti, M5S Grillo, Futuro e Libertà Fini
Presidente (scomparso), Rivoluzione Civile Ingroia (scomparso). La forza ed il
radicamento popolare dei partiti sia di destra che di sinistra sono, secondo il
mio pensiero, il seme che alimenta la democrazia, attraverso l’alternanza del
pensiero e degli ideali di una e dell’altra componente che governa il Paese. In
politica, la categoria destra e sinistra, non sono e non rappresentano
il pensiero di una persona, ma la storia, gli ideali, le tensioni e la
forza popolare con la quale si parla agli elettori e ai cittadini, la
formulazione delle proposte con le quali si vuole migliorare la società, la
democrazia ed il vivere civile di un popolo: questi elementi hanno sempre una
caratterizzazione di destra o di sinistra.